La Sfida by Bruno Vespa

La Sfida by Bruno Vespa

autore:Bruno Vespa [Vespa, Bruno]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-12-15T07:33:09+00:00


Che cosa voleva?

«Dopo le elezioni del ‘94, come si sa, voleva fare il governo con noi. Ma io volevo appoggiarlo da fuori, senza entrare.

Gli dissi: io ti do una mano da fuori, quando hai bisogno di voti mi telefoni e io te ne mando a quintali, qualunque cosa tu faccia, anche se vuoi svaligiare la Banca d’Italia. Ma non voglio entrare, voglio andare a Mantova per costringerti da lì a fare i cambiamenti necessari.»

E lui?

«Lui mi costrinse a entrare, minacciando di fare subito un’altra volta le elezioni. La gente non avrebbe capito. Ma io lo avvertii: così non cambierai una virgola, c’è la depressione, la crisi economica, potrai solo tirare a campare e allunga-re per cinque anni l’agonia del Paese.

Ed è andata com’è andata. Ma poi vi siete rivisti…

«Ci siamo rivisti perché anche se lui è un’anomalia sociale è pur sempre più vicino alla società di comunisti, fascisti e del potere teocratico della Chiesa…»

Che vi siete detti con Berlusconi?

Vi risparmio la risposta, che meriterebbe un altro libro. Non so se dawero Bossi abbia introdotto con Berlusconi il discorso come di nuovo lo introduce con me. (L’autonomia territoriale regalata dai longobardi al Nord, l’Atea Romana Chiesa che chiamò i franchi, il Sud disgraziato che ebbe la Santa Inquisizione, l’amico che gli ha mandato uno studio sugli eretici che venivano bruciati con la stoppa nei capelli, i domenicani che inquisivano e i francescani che pregavano, il rapporto tra po-poli e nazionalità, la forza brutale dei Savoia…) Ma se l’ha fatto, la faccia del Cavaliere doveva essere da televisione a pagamento. Dopo aver riempito un taccuino di storia patria rivista dall’Umberto, lo imploro di ridiscendere tra le umane cose.

Allora, di che avete parlato in questi incontri segreti?

«Be’, io gli dissi di non fare il premio di rnaggioranza nella riforma elettorale, che non esiste da nessuna parte del mondo e assomiglia maledettamente al giochetto fascista. Mussolini andò al potere legalmente, rifece la legge elettorale e arrivò al partito unico con una aggregazione economico-sociale in ogni collegio. Oggi stanno facendo la stessa cosa. La contrapposizione non è destra-sinistra, ma Roma-Padania…»

Quanti incontri avete avuto?

«Tre o quattro.»

Dove?

«Da lui, poi andammo una volta in un ristorante di periferia… Gli dico sempre cosa diavolo ti metti insieme a Fini, quelli sono statalisti, sono passati. L’accordo fallo con la Lega e lascia fuori tutto il resto. Però capisco che la realtà meridionale è drammatica. Esperia è nel cuore, ma fa fatica a nascere.»

(Sui colloqui con Bossi la versione di Berlusconi è diversa. Il presidente di Forza Italia mi parla di due o tre incontri avvenuti sempre ad Arcore. «Volevo che Bossi riconoscesse di aver sbagliato consegnando l’Italia ai comunisti. Lui convenne che una secessione della Padania dall’Italia non è realistica. Allora io gli dissi che non poteva continuare con i gazebo, a portare le ampolle dal Po, a fare disegni nel vento. La gente vuole meno tasse e meno burocrazia, gli dissi, soltanto se i moderati si uniscono è possibile fare un vero federalismo. Ma prima che si potesse davvero



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.